Cari Amici,
il tema della effettività della giustizia, che abbiamo affrontato nel nostro ultimo incontro, si declina in realtà per il tramite del funzionamento dell’Organo magistratuale e dell’efficienza dello strumento processuale.
Per quanto concerne il primo nucleo, la disciplina vigente è quella introdotta dalla L. 27 aprile 1982, n. 186, mentre il secondo è retto dal recente Codice del processo, in vigore dal 2010.
Quest’ultimo ha riordinato un corpo normativo risalente agli inizi del secolo passato e solo parzialmente innovato con la istituzione dei TAR; l’altro è rimasto immodificato nei quarant’anni da allora decorsi.
Ma lo stesso codice del processo, per quanto abbia recepito il diritto vivente e tentato di appagare i bisogni emergenti della Società, non si mostra ancora compiutamente idoneo allo scopo e il bisogno di sua maggiore incisività si intreccia necessariamente con l’interrogativo di quali modifiche introdurre al sistema strutturale di formazione e governo dell’apparato magistratuale.
In questo più specifico nucleo tematico trovano ingresso problematiche di rilevante spessore quali, ad esempio, quelle dell’indipendenza e delle funzioni dell’Organo di autogoverno, dell’unicità del ruolo del Giudice amministrativo e delle differenti carriere dei Magistrati dei TAR e del Consiglio di Stato, le regole sulla professione per anzianità, il vetusto regime della responsabilità disciplinare, l’impatto del processo amministrativo telematico e del principio di sinteticità degli atti, la disciplina degli incarichi extragiudiziari, il valore dei tirocini e del nuovo ufficio del processo, la formazione anche europea del magistrato e altri fra cui, non ultimo madi particolare difficoltà, quello relativo alla duplice veste di consulente e di giudice che storicamente il Consiglio di Stato ha rivestito e tuttora svolge.
Il ruolo che tale Organo ha avuto anche nell’Italia costituzionale del 1948 è a tutti noi noto e da tutti noi apprezzato, ma le sempre maggiori complessità del governo della cosa pubblica nello Stato contemporaneo esigono che la certezza di totale indipendenza di pensiero sia valutabile, e dunque ripropone la domanda se e in che modo sia più efficacemente tutelabile la conservazione della duplice veste nel rispetto pieno dell’art. 113 della Costituzione e dell’art. 1 della Legge sul processo.
Sono, questi, spunti di riflessione nati in un quasi occasionale colloquio con uno studioso che, ad un tempo, svolge la vita professionale e assume un ruolo istituzionale: un soggetto, quindi, la cui peculiare esperienza può essere l’occasione di un dibattito su temi che non sono al centro dei nostri usuali incontri, ma che vi sono sostanzialmente immanenti ed è con questo spirito che Vi invito ad un dialogo non solo fra giuristi, ma fra giuristi cittadini:
Terzo incontro del ciclo “Alla ricerca del filo d’Arianna” anno 2017
- Lunedì 20 marzo 2017 ad ore 14,30
- Relatore: prof. avv. Pierluigi Mantini, Professore di diritto amministrativo presso il Politecnico di Milano e Vice Presidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa
- Tema: “La giustizia amministrativa nei suoi profili strutturali e processuali: riflessioni sulla idoneità funzionale di un sistema complesso”
L’incontro si terrà presso la sede del TAR Lombardia in Milano, a via Corridoni n. 39.
Per consentirne l’ordinato svolgimento, le operazioni di registrazione degli iscritti ai fini dell’acquisizione del credito formativo avranno inizio dalle ore 14,20 e termine alle ore 14.50: al di fuori di tali orari non sarà possibile l’accesso all’aula della conferenza.
A tutti Voi il mio più cordiale saluto.
(Giancarlo Tanzarella)