Cari Amici,
il rapporto tra progresso economico e sostenibilità ambientale è uno dei temi che più hanno impegnato il Legislatore negli ultimi decenni, nell’obiettivo di equilibrare i due bisogni.
Fra i più recenti approdi vi è la consapevolezza che il rifiuto è potenzialmente un quid suscettibile di ulteriore utilizzo.
È stato un lentissimo progressus ad Parnasum che ancora non è giunto a compimento, ma che ha visto il progressivo affermarsi di soluzioni brillanti quali, ad esempio, la affermazione del concetto di sottoprodotto, muovendo dall’interrogativo se e come utilmente gestire i residui di un ciclo di lavorazione che, in quanto non voluti come prodotti ma utilizzabili come tali, secondo l’impianto normativo vigente all’epoca dei primi interventi della Corte di Giustizia (Inter – Environment Wallonie, 18 dicembre 1987, C-129/96; Arco 15 giugno 2000, C-418/97 e 419/97; Palin Granit, 18 aprile 2002, C-9/00; Avesta Polarit 11 settembre 2003, C-114/01) erano pur sempre classificabili unicamente come rifiuti.
Da allora è passato tempo e da ultimo le Direttive hanno relegato lo smaltimento all’ultima spiaggia; spiaggia, peraltro, solo nel contingente ultima perché, nel suo evolversi, il progresso della tecnica è tale da rendere economicamente conveniente la lavorazione di ciò che fu abbandonato in discarica come rifiuto per trarne nuova materia prima (Landfill Mining).
È, insomma, ciò che con termine ampio qualifichiamo “circolarità”, perché dalla materia prima si torna ad essa in un circuito che comprende la trasformazione industriale, l’uso e l’abbandono quale rifiuto del bene prodotto e la lavorazione del rifiuto nelle sue varie declinazioni, per tornare quindi a quella materia prima che innesterà un nuovo ciclo produttivo.
Questo modello di punto di equilibrio fra produzione e ambiente si va rivelando prezioso e dalla sua contemplazione sorge l’interrogativo se ciò che oggi è proprio di un unico settore, e pertanto affidato alla relativa norma regolatrice, non possa essere lo spunto per la ricerca di un principio generale che permei di sé l’ordinamento.
È questo l’oggetto di un recente studio del quale credo sia interessante e utile essere posti a conoscenza e per tal motivo vengo ad invitarVi al secondo incontro dell’anno 2025:
lunedì 17 marzo 2025, ore 14.30-16.30 aula di udienza del TAR Lombardia e piattaforma informatica Zoom
Relatore:
- Prof. Avv. Scilla Vernile Professore associato di Diritto Amministrativo, Università degli Studi di Milano Bicocca
Tema: “Sul concetto di circolarità: riflessioni sulla enucleabilità di un principio generale muovendo da una norma settoriale”
Quanti non potranno essere presenti nell’aula d’udienza del TAR per la Lombardia, lo saranno idealmente con l’uso della piattaforma Zoom.
Chi ritenesse di poter accettare l’invito a partecipare è pregato di segnalarlo rivolgendosi all’indirizzo info@allaricercadelfilodiarianna.it per ricevere le credenziali di accesso e per consentire comunque le operazioni di registrazione ai fini dell’acquisizione del credito formativo.
Per ragioni organizzative e per essere certi che ogni richiesta abbia ad essere soddisfatta, sarò grato se si riuscisse a inviarla entro il giorno 16 marzo.
L’incontro sarà videoregistrato per l’intera sua durata e successivamente reso disponibile nella sezione “Incontri” del Sito (www.allaricercadelfilodiarianna.it).
A quanti ne siano interessanti rendo notizia di avere avviato la procedura di accreditamento presso l’Ufficio Formazione dell’Ordine degli Avvocati di Milano con richiesta del riconoscimento di crediti formativi.
Non sono tuttavia ad oggi nelle condizioni di assicurare che la domanda sarà accolta.
A tutti Voi un caro saluto e a presto,
Giancarlo Tanzarella