Cari Amici,
Se fosse dato di qualificare con aggettivazioni della fisica un concetto giuridico, mi pare che non sarebbe inappropriato l’affermare che l’impalpabilità sia il tratto caratterizzante dell’interesse pubblico.
Questo, che è immanente all’azione amministrativa, non ha - non può avere - una definizione, ma è il convitato di pietra anche nel processo.
Per alcuni aspetti può forse anche dirsi che esso sia, ad un tempo, meno puntuale eppure più pervasivo del concetto di pubblica utilità: quest’ultima è una qualificazione che, ove già non disposta per legge, comunque è legalmente implicita in talune determinazioni come, ad esempio, nella approvazione di un progetto di opera pubblica.
La pubblica utilità, in altre parole, sembra essere una specificazione del pubblico interesse che in quanto tale è – o almeno mi pare che possa essere considerato – il punto di raccordo fra potestà normativa ed esercizio della potestà amministrativa: quest’ultima concretandosi in scelte che traducono in atto la potenza dell’espressione normativa.
Il pubblico interesse (e nel lessico eurounitario il “motivo imperativo di interesse generale”) è dunque quanto di più prossimo si possa immaginare all’esercizio della funzione di governo, tanto che la sua evocazione consente l’adozione di provvedimenti “in deroga” al regime ordinamentale di riferimento.
Esclusa la categoria degli “atti politici”, il provvedimento che sia stato assunto nella affermata esistenza di un pubblico interesse prevalente è sindacabile, ma proprio la contiguità con l’esercizio della funzione politica rende particolarmente complessa la individuazione di una linea di confine oltre la quale al sindacato giurisdizionale sia interdetto lo spingersi.
Infine, l’impalpabilità di cui ho detto si evidenzia anche nel fatto che la scelta motivata con il pubblico interesse non è necessariamente fondata su ragioni di discrezionalità tecnica, il che rende ancor più evanescente la linea di confine fra il sindacabile e il non.
Un tema, dunque, di particolare complessità e di immanente attualità ove solo si volga lo sguardo a come l’Amministrazione si sia trovata costretta a reagire nell’emergenza pandemica e su di esso hanno accettato di esprimere e comparare le proprie riflessioni due studiosi che già in altra occasione hanno condiviso con noi il proprio pensiero.
Vengo così ad invitarvi al IX incontro de Alla ricerca del filo di Arianna – anno 2021:
Martedì 23 novembre 2021, ore 14.30-16.30, piattaforma informatica Zoom
Relatore: Prof. Avv. Chiara Cacciavillani Professore Ordinario di diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Padova
Relatore: Prof. Avv. Franco Gaetano Scoca, Professore Emerito di diritto amministrativo presso l’Università “La Sapienza” di Roma
Tema:“Potere amministrativo e sindacato giurisdizionale: il confronto sulla valutazione dell’interesse pubblico”
Idealmente insieme nell’aula d’udienza del TAR per la Lombardia, vi ci ritroveremo con l’uso della piattaforma Zoom.
Chi ritenesse di poter accettare l’invito a partecipare, è pregato di segnalarlo rivolgendosi all’indirizzo info@allaricercadelfilodiarianna.it per ricevere le credenziali di accesso.
Per ragioni organizzative e per essere certi che ogni richiesta abbia ad essere soddisfatta, sarò grato se si riuscisse a inviarla entro il giorno 22 novembre.
L’incontro sarà videoregistrato per l’intera sua durata e successivamente reso disponibile nella sezione “Incontri” del Sito (www.allaricercadelfilodiarianna.it).
A quanti ne siano interessanti rendo notizia di avere avviato la procedura di accreditamento presso il CNF con richiesta del riconoscimento di due crediti formativi.
Non sono tuttavia ad oggi nelle condizioni di assicurare che la domanda sarà accolta.
A tutti Voi un caro saluto e a presto,
Giancarlo Tanzarella